L’incontro di venerdì 18 marzo offrirà spunti di riflessione sulle conoscenze più consolidate in materia (origini della depressione, varianti cliniche) e sulle terapie più efficaci (psicoterapie e psicofarmaci); l’intento è di offrire al pubblico una bussola per potersi orientare nella selva di notizie e stimoli cui è sottoposto quotidianamente: per leggere le riviste, guardare la TV, ascoltare la radio in modo meno passivo e per interpretare i fatti in modo più consapevole. Spesso si usa l’espressione “oggi mi sento depresso” intendendo dire che ci si sente giù di corda, scoraggiati. Non si tratta però dell’uso più appropriato del termine. La parola “depressione” ha un significato ben preciso, è un disturbo specifico che coinvolge più a fondo e più a lungo la persona. Chi occasionalmente si sveglia la mattina di malumore e trascorre la giornata sentendosi privo di forze e della brillantezza abituali ha tutti i diritti di dire che si sente depresso, ma non è affetto realmente da depressione. Una domanda cui vale la pena di rispondere è la seguente: “se non fossimo mai giù di corda e se non temessimo, a volte, di non essere capaci di cavarcela da soli, sentiremmo il desiderio di cercare e mantenere legami affettivi durevoli?”.
Di questo e altro parleremo nell’incontro del 18 marzo, sperando di poter scambiare le nostre opinioni su un tema così importante e poco conosciuto.
Antonella Randazzo
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